A causa delle gravi violazioni dei diritti umani contro le persone migranti, rifugiate e richiedenti asilo, in particolare verso quelle razzializzate, la Tunisia non può essere considerata un luogo sicuro per lo sbarco delle persone soccorse in mare.
Lo hanno reso noto decine di Ong (l’elenco è alla fine) con un appello all’Unione europea e agli stati membri (dunque anche e soprattutto all’Italia) per chiedere di interrompere ogni cooperazione con le autorità tunisine.
Nonostante la Tunisia sia firmataria della Convenzione sui rifugiati del 1951, non esiste nel paese un sistema nazionale di asilo. Organizzazioni per i diritti umani e inchieste giornalistiche hanno accusato le autorità tunisine di aver abbandonato centinaia di persone migranti e rifugiate in aree desertiche ai confini con Libia e Algeria, praticando espulsioni collettive che mettono a rischio la vita delle persone coinvolte e violano il principio di non respingimento. Di recente, sono stati rivelati anche stupri nei confronti delle migranti.
La cooperazione tra l’Unione europea e la Tunisia per il controllo delle persone migranti sta contribuendo a queste violazioni. Con il Memorandum d’intesa del luglio 2023, l’Unione europea ha promesso un miliardo di euro al governo tunisino, di cui 105 milioni destinati alla gestione delle frontiere, in cambio del contenimento delle partenze verso l’Europa. Questo accordo replica le politiche attuate con la Libia e rischia di esporre ulteriormente persone migranti e rifugiate a gravi violazioni dei diritti umani, compresi arresti arbitrari, lavori forzati e torture.
Le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani hanno denunciato inoltre episodi di violenza e violazioni dei diritti umani durante le intercettazioni in mare da parte delle forze tunisine, che hanno messo a rischio la vita delle persone soccorse.
L’Italia sta avendo un ruolo da protagonista all’interno del Memorandum, con l’invio, lo scorso agosto, di tre motovedette alla guardia costiera tunisina, cui dovrebbe seguirne un altro a gennaio.
L’elenco delle Ong firmatarie:
Afrique-Europe Interact, Alarme Phone Sahara (APS), All Included Amsterdam, Amnesty International, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), Association CALAM, Association for Justice, Equality and Peace, Association Lina Ben Mhenni, Association Marocaine d’aide des Migrants en Situation Vulnérable (AMSV), Association pour la promotion du droit à la différence (ADD), Association Sentiers-Massarib, Association tunisienne de défense des libertés individuelles, Aswat Nissa, Avocats Sans Frontières (ASF), Baobab Expérience, Campagna LasciateCIEntrare – MaipiuCIE, Carovane Migranti, CCFD-Terre Solidaire, Chkoun Collective, Comité de Sauvegarde de la LADDH, Comité pour le respect des libertés et des droits de l’Homme en Tunisie (CRLDHT), CompassCollective, Damj – l’Association Tunisienne pour la justice et l’égalité, Dance Beyond Borders, Emergency, Fédération des Tunisiens pour une Citoyenneté des deux Rives (FTCR), Fédération Internationale pour les Droits Humains (FIDH), Forum Tunsien pour les Droits Economiques et Sociaux (FTDES), Fundacion Solidaire, Human Rights Watch, Intersection pour les droits et les libertés, iuventa-crew, L’association Tunisienne pour les Droits et les Libertés (ADL), La Cimade, LDH (Ligue des droits de l’Homme), Maldusa, Médecins Sans Frontières, Mediterranea Saving Humans, Melting Pot Europa, Migration-control.info project, Migreurop, Missing Voices (REER), Mission Lifeline International e.V., PRO ASYL Bundesweite Arbeitsgemeinschaft für Flüchtlinge e.V., r42-SailAndRescue, Reclaim the Sea, Refugees in Libya – APS, Refugees Platform In Egypt (RPE) منصة اللاجئين في مصر, Resqship, Salvamento Maritimo Humanitario -SMH, SARAH Seenotrettung gUG, Sea-Eye e.V., Sea-Watch e.V., Search and Rescue Malta Network, Seebrücke, SOS Humanity e.V., Sos Mediterranee, Statewatch, Union des diplômés-chômeurs (UDC), United4Rescue – Gemeinsam retten e.V., Univ. of Southern California Gould School of Law Immigration Clinic, Watch the med Alarm Phone.
L’articolo La Tunisia non è luogo sicuro: decine di Ong chiedono all’Ue di interrompere la cooperazione proviene da Il Fatto Quotidiano.