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Erin Doom, Felicia Kingsley, Rokia&co: quando il romance (e TikTok) salvano il Salone del Libro

C’è poco da storcere il naso. La linfa vitale di entusiasmo, passione, e presenza fisica under 18 al Salone del Libro di Torino 2024 gliel’ha pompata in maniera massiccia il mondo delle lettrici del romance e di TikTok. Noi c’eravamo e abbiamo visto. Per carità, sembrava di assistere a un concerto di Elvis o dei Beatles. Novantanove per cento di presenza adolescenziale femminile. Urla, strepiti, code di ore per il firmacopie. Però che bomba. Avercelo un pubblico che va così in visibilio per duecento pagine dattiloscritte. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. E i fenomeni editoriali italiani del romance sono una realtà concreta con cui oramai ogni casa editrice, che non vuole vivere di isolamento snobistico, deve fare i conti.

Un po’ come quando Checco Zalone immetteva miliardi nelle casse delle sale cinematografiche italiane in perenne sofferenza di numeri e gli indipendenti continuavano a rifugiarsi nei tinelli. Siamo da quelle parti lì. E al Salone avere TikTok come “officiale entertainer partner” con tanto di book awards (a proposito autrice dell’anno è Felicia Kingsley, su cui torniamo) e aprire una sezione Romance affidandola alla superstar Erin Doom è stata come sottoporsi a una pera istantanea di fosforo e vitamine. Un esempio? Mentre nella sala Rossa del Salone del Libro attorno ad Antonio Scurati, che si lamentava di effluvi illiberali contro la democrazia italiana, banchettava un manipolo di un’ottantina di arditi (e qualche altra decina rimaneva fuori), contemporaneamente all’Auditorium per seguire Erin Doom, Rokia e Hazel Riley c’erano un migliaio di ragazzine (abbiamo contato giusto 4 “papà” e una mezza dozzina di fidanzatini) a interrompere ogni sguardo, ogni sorriso, ogni interrogativo o parola delle loro divinità letterarie. Eppure lo iato, la distanza tra la scrittura “alta” e quella “bassa”, segnano lo spartiacque critico e ricettivo del mondo letterario verso il “romance”, il genere leggerino dell’amore romantico che spesso cerca il lieto fine e che intreccia e rimescola personaggi, nonché echi e rimandi ad altri generi (il fantasy o il romanzo storico, ad esempio) rifacendosi nei suoi esempi più ricercati ai romanzi della Austen o della Bronte. Tanto che se la Doom chiede a Hazel Riley – pseudonimo dietro al quale si cela una ventiseienne di origine sarda laureata in Comunicazione, Wattpad prima poi in vetta alle vendite con Ascesa al paradiso. Game of titans (Sperling&Kupfer) – se si sente discriminata perché scrive romance ecco che la questione viene rimandata al mittente: “Alla faccia! Tiro indietro le frecce che vorrei lanciare” (applausi scroscianti dal pubblico ndr).

Rokia, altro fenomeno editoriale pazzesco, 23 anni, origine marocchina, prima anche lei exploit su Wattpad e poi in vetta alle vendite con The truth untold e Guilty (Salani), la prende più larga ma il concetto è identico: “All’esordio mi sono sentita piccola, vedevo il mio nome in mezzo ai grandi nomi dell’editoria italiana e mi chiedevo ‘che ci faccio qua?’. Non avevo ancora capito che stiamo tutti creando qualcosa e sto cercando di capire ora come stare in questo mondo senza sentirmi da meno rispetto agli altri. Mi dispiace che il romance sia sminuito e sottovalutato, non parla solo di storie d’amore, ma tocca temi differenti e può aiutare i ragazzi a sopravvivere a situazioni difficili. Molti genitori mi ringraziano per questo”.

E se dal salottino Doom, più formale ed esplorativo, passiamo a quello messo in piedi nell’Arena Bookstock da Felicia Kingsley (al secolo Serena Artioli, architetta di Carpi, pubblicata da Newton Compton) ecco che arriviamo al succo della philia per il romance che si innesta diretta nelle conoscenze dei meccanismo strutturali della creazione. In uno spazio azzurro viola psichedelico da oltre trecento posti, coadiuvata da un’altra autrice romance nonché influencer come Vale Ghetti, Kingsley si è avventurata nientemeno che sul tema: e se anche i classici avessero i “trope”? Un incontro zeppo di anglicismi (trope andrebbe tradotto come topos, quindi il motivo ricorrente in un’opera o nella poetica di un autore), dove la folla, ancora rigorosamente tutta al femminile, per alzata di mano ha acclamato i trope più amati (friends to lovers) e i più controversi (grump and sunshine) con una competenza degna di Pietro Citati che parla di Omero o Leopardi. Chiudiamo con due dati sostanziali: le lettrici e le autrici romance italiane hanno creato community imponenti proprio su TikTok per discutere dei loro titoli preferiti (un Club del Libro social, per dire), mentre dal 2019 a fine 2023 il romance ha segnato un +120,5% di vendite tra librerie fisiche e web.

L’articolo Erin Doom, Felicia Kingsley, Rokia&co: quando il romance (e TikTok) salvano il Salone del Libro proviene da Il Fatto Quotidiano.

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