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“54enne deceduto, soggetto in arresto”: come avremmo dovuto dare la notizia dell’assessore ucciso rispettando la legge Cartabia

Vittime senza nome e arresti senza identità. L’ultimo effetto nefasto causato dalle norme introdotte dall’ex ministra Marta Cartabia è un buco nero informativo senza precedenti. Solo per fare un esempio ecco come domenica, grazie alla riforma, è stata presentata la notizia dell’uccisione con un falcetto da giardinaggio di Pierluigi Beghetto, assessore comunale del piccolo paese di Esino Lario (in provincia di Lecco) e dell’arresto del suo vicino di casa Luciano Biffi: un “soggetto” sessantenne arrestato perché avrebbe aggredito il vicino “cinquantaquattrenne al termine di un diverbio; in conseguenza delle ferite riportate quest’ultimo decedeva”.

È questo il contenuto del comunicato stampa diffuso a metà pomeriggio (l’omicidio è avvenuto intorno alle 9 del mattino) dalla procura di Lecco. Ed è questa per la riforma Cartabia l’unica fonte che i giornalisti dovrebbero avere a disposizione per scrivere notizie di cronaca nera o giudiziaria. Con la scusa di mettere un freno ai cosiddetti processi mediatici, è stata – infatti – imposta una stretta a tutta l’informazione giudiziaria. Nel decreto è previsto il divieto per pm e investigatori di parlare coi giornalisti: lo può fare solo il procuratore capo e solo con comunicati ufficiali. Che devono seguire stringenti paletti lessicali: ad esempio “è fatto divieto alle autorità pubbliche di indicare pubblicamente come colpevole la persona sottoposta a indagini o l’imputato fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili”.

Ed ecco la conseguenza tangibile della norma bavaglio che ha zittito le fonti. Basta leggere il comunicato integrale della procura pubblicato sui social da Cesare Giuzzi, giornalista del Corriere della Sera, a lungo presidente del Gruppo cronisti lombardi. “Nella mattinata odierna, 21 aprile 2024, i Carabinieri del Comando provinciale di Lecco sono intervenuti in via Stoppani nel Comune di Esino Lario, in quanto poco prima un sessantenne, avrebbe aggredito con un falcetto da giardinaggio il vicino di casa cinquantaquattrenne al termine di un diverbio; in conseguenza delle ferite riportate quest’ultimo decedeva. Intervenivano sul posto il Sostituto Procuratore di turno della Procura di Lecco e personale dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecco per l’effettuazione dei primi rilievi. Al momento il soggetto si trova in stato di arresto”. Lo stesso Giuzzi nel suo post aggiunge: “E ricordatevi che mondo sarebbe senza quegli infami dei giornalisti”. Senza il lavoro (oggi molto più complicato) dei cronisti, infatti, domenica ci sarebbe stato molto poco da raccontare.

L’articolo “54enne deceduto, soggetto in arresto”: come avremmo dovuto dare la notizia dell’assessore ucciso rispettando la legge Cartabia proviene da Il Fatto Quotidiano.

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